Capodistria - Carcere

Koper - Slovenia
Tipo di campo
Carcere ottobre 1922 settembre 1943
Fonte: BEL01

 

Storia

Secondo Vlasta Beltram (2008) durante la lotta di liberazione jugoslava contro l'occupazione italiana, nel carcere di Koper (Capodistria) sono transitati - per periodi più o meno lunghi - o vi hanno scontato la pena circa 5.000 persone. Ma, aggiunge Vlasta Beltram, la scarsa documentazione conservata non permette di ricostruire con certezza il numero di detenuti.

 

Le carceri di Capodistria rivestono un ruolo importante anche prima dell'occupazione italiana in quanto luogo di detenzione per antifascisti sloveni della Venezia Giulia e per quelli istriani. In particolare come carcere per gli imputati in attesa di giudizio denunciati al Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato.

 

Ad esempio, nel settembre del 1930, a Capodistria, sono incarcerati i militanti dell'organizzazione triestina di resistenza nazionale Borba, compresi i quattro condannati a morte dal Tribunale Speciale riunito per l'occasione a Trieste (Primo processo di Trieste), sentenza capitale eseguita per fucilazione al poligono di Basovizza.

 

Tra le testimonianze dei detenuti delle carceri di Capodistria pubblicate nel saggio di Vlasta Beltram si sono quelle di Ernest Vatovec - Amedej (arrestato nel febbraio del 1929 e incarcerato per sette mesi prima di essere condannato dal Tribunale speciale a 4 anni scontati poi nelle carceri di Firenze e Civitavecchia); di Jože Vergan (arrestato assieme ad altre settanta persone nel marzo del 1929 e che ricorda le torture subite presso la Questura di Capodistria); di Vekoslav Španger e Vladimir Štoka (membri dell'organizzazione clandestina Borba, detenuti a Capodistria, che ricordano le torture subite presso la stazione dei Carabinieri di Semedella, stessa sorte che tocca anche a Franjo Marušič, Zvonimir Miloš e Lojze Valenčič, condannati nel Primo processo di Trieste e fucilati al poligono di Basovizza il 6 settembre 1930); di Zorko Jelinčič (arrestato nel 1930 e condannato a 20 anni di carcere scontate in parte a Roma, Civitavecchia, San Gimignano e Siena. All'entrata in guerra dell'Italia, nel 1940, viene di nuovo internato a Isernia); di Ivo Marinčič (arrestato una prima volta nel 1931 e condannato a sette anni di carcere, e una seconda volta nel 1941 e confinato a Isernia); di Roman Pahor (confinato a Ponza, internato a Istonio Marina, trasferito nelle carceri di Capodistria nel settembre del 1940 e infine condannato dal Tribunale speciale a 12 anni di reclusione in parte scontati nel carcere di San Gimignano dove viene liberato su intervento della Croce Rossa nel febbraio del 1944); di Franc Dobrinja (incarcerato a Capodistria per tredici mesi e trasferito al campo di concentramento di Cairo Montenotte il 28 agosto 1943. Deportato dai tedeschi l'8 ottobre 1943 al campo di Mauthausen); e altri ancora (cfr. Vlasta Beltram, 2008).

 

 

Le carceri di Capodistria dopo l'8 settembre del 1943

 

Su pressione della popolazione, l'11 settembre il commissario di pubblica sicurezza di Capodistria dispone il rilascio dei detenuti dei paesi circostanti.

Nei giorni successivi il carcere passa sotto il controllo dei tedeschi. il 17 settembre le donne vengono inviate nel carcere di Venezia e in altri istituti di pena in Italia. La maggior parte degli uomini viene trasferita a bordo di una nave alle carceri triestine del Coroneo la notte del 25 settembre (cfr. Vlasta Beltram, 2008).

Dal carcere di Capodistria proviene anche un gruppo di detenute politiche jugoslave trasferite tra settembre e novembre del 1943 nelle carceri di Perugia.

I detenuti rimasti, circa 200, probabilmente in attesa di essere trasferiti altrove, vengono liberati il 27 settembre grazie a un'azione condotta dai partigiani.


note

* L'Istria, occupata dalle truppe italiane nell'autunno 1918, entra ufficialmente a far parte del Regno d'Italia con la firma del Trattato di Rapallo del 12 novembre 1920


 
Risorse

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